martedì 13 agosto 2013

L'uso della petizione di principio come tecnica di difesa e come comunicazione politica

La logica della comunicazione è spesso talmente subliminale da riuscire a fuorviare la nostra percezione della stessa. Non che tutto ciò che ci viene iniettato è sempre oggetto di studio o di artifici zenoniani, tuttavia per proteggerci da coloro che, invece, vivono studiando la mente umana non per comprenderla ma per gestirla, credo sia opportuno riflettere sul fatto che davvero a pensar male non sempre si fa peccato e che anzi il più delle volte ci si azzecca.
Un preambolo il mio che non vuole assolutamente assumere alcun giudizio di valore: non è mio interesse studiare il perché delle cose semmai il come avvengono le cose. Perché la comunicazione, affinché sia compresa in tutte le sue forme, deve essere studiata attraverso un atteggiamento scientifico, la dove l'ermeneutica assume valore di analisi oggettiva e non di mera interpretazione soggettiva.

Suppongo che tutti, italiani e non, siano a conoscenza delle situazioni giudiziarie di Silvio Berlusconi. Francamente gli ultimi avvenimenti mi hanno annoiata parecchio e la mia unica riflessione che lo riguardava era che le sue accuse mosse (tanto per cambiare) ai magistrati, con tutti gli sproloqui che sono seguiti, rasentassero il ridicolo.

Invece mi sbagliavo...

L'altra mattina, al mare, avevo al mio fianco due coppie di anziani che parlavano appunto dei “guai” (badate: gli epiteti non sono mai casuali, spesso inconsci, come in questo caso, ma mai casuali. Anziché usare il termine “guai” i miei dirimpettai da spiaggia potevano utilizzare “vicende”, “condizione”, “fatto”, “accadimenti” ecc. l'uso del sostantivo “guaio” denota già la loro posizione in merito), di Berlusconi e tutti e quattro convergevano su un unico punto: “Avrà pure fatto quello che ha fatto... ma i giudici si sono accaniti contro di lui”.

A quel punto Castle of glass dei Linkin Park è diventata rumore e ho iniziato a riflettere che quella che a me era parsa come una comunicazione da “ultima spiaggia” dettata da un uomo che si vedeva finito, in realtà era la solita genialata comunicativa di un apparato imponente che, a quanto pare, sa sempre cosa fare.

La comunicazione può avere come obiettivo la sfera emotiva piuttosto che quella logica. Gli spot pubblicitari ad esempio giocano spesso sull'emotività e sulla sinestesia, mentre le pubblicazioni scientifiche cercano il consenso attraverso l'uso razionale dell'argomentazione proposta. Le tecniche da utilizzare nel primo caso sono solitamente ad hominem, nel secondo caso ad rem.

Gli esperti della comunicazione di Berlusconi, a mio avviso, hanno optato per una tecnica precisa chiamata petizione di principio.

La petizione di principio è una forma particolare di argomentazione ad hominem, che consiste nel postulare ciò che si vuole dimostrare. Per dirla come l'avrebbe detta Aristotele, la petizione di principio anticipa la conclusione di un sillogismo ponendola come premessa maggiore, la dove la sintesi sillogistica non si diversifica in modo netto e deciso dalla tesi.

Farò l'esempio pratico per essere più chiara.

Berlusconi per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse non ha dichiarato la sua innocenza in primis, ma la sua innocenza era un preambolo insita nell'argomentazione che vedeva i magistrati tutti contro di lui.
La figura retorica utilizzata è l'isterologia, che prevede l'inversione dell'ordine logico della frase, anticipando ciò che si dovrebbe dire dopo: l'innocenza è postulata come conclusione di una logica argomentativa che vede la faziosità (badate bene mai presunta ma sempre certificata da petizioni di principio: “i giudizi ce l'hanno contro di me”), dei magistrati.

L'ordine della premessa maggiore e della conclusione è dunque invertito.

Se la difesa comunicativa avesse postulato una frase di questo tipo: “Sono oggetto di un'accusa ingiusta”, l'effetto probabilmente non sarebbe stato lo stesso, perché l'inversione semantica prevede anche lo spostamento emotivo: “non vedo più l'oggetto dell'accusa, ma cristallizzo il mio sguardo solo sulla petizione di principio”.

Alcune esperti della comunicazione sostengono illegittima la petizione di principio, o comunque lo intendono come un errore argomentativo, perché il suo campo non è la verità bensì l'efficacia dell'adesione.
In realtà legittima o no, la comunicazione politica ne fa un ampio uso e spesso i contenuti sono la parte marginale del discorso: ciò che conta non è ciò che si argomenta ma come lo si argomenta.




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