lunedì 12 novembre 2012

Il Punto G...


Forse la realtà è che abbiamo bisogno della negazione...

In un momento come questo che stiamo vivendo, in cui i politici e media si interrogano sull'importanza del Punto G, non resta che aggrapparci alla magia degli eroici furori. Peccato che spesso, molto più di quanto noi donne vorremo, non è l'amore che spinge gli uomini a mostrarsi interessati, bensì l'apoteosi dei loro testicoli.

Pare che Grillo sappia tutto, o meglio... non sappia niente sul Punto G delle donne, probabilmente perché conosce poco anche il mondo femminile, altrimenti saprebbe che la Perla Nera di Gräfenberg è fatta della stessa sostanza dello Spirito Santo: tutti sanno che esiste ma pochi lo hanno visto davvero. Per trovare poi questo tesoro nei meandri di un'intricata mappa clitoridea, ci vorrebbe la bussola magica di Jack Sparrow e va detto, pochi uomini la possiedono.

Ma se noi donne, per aver il massimo dell'orgasmo potremmo semplicemente mostrarci in Tv, in un modo dove il vibratore è l'amante più affidabile, a che servono gli uomini? E di contro: l'orgasmo maschile può essere raggiunto attraverso l'uso di una bambola gonfiabile?
Ma forse la realtà è che abbiamo bisogno della negazione per riuscire a capire ciò che davvero vogliamo e ciò vorremmo essere. Del resto anche Hegel sosteneva che senza dialettica non c'è progresso e neppure una vita significante: alla tesi si oppone un'antitesi per poter poi raggiungere la sintesi. E questo all'infinito, perché la ricerca della conoscenza procede secondo un andamento circolare, e perché i nostri infiniti “perché”, gira e rigira, sono sempre gli stessi.

È chiaro che il grillo parlante (non dimentichiamoci però che Collodi non aveva simpatia per questo SUPER IO, tanto è vero che Pinocchio lo schiaccia al muro già al primo atto della storia), vuole tramortire la platea, vuole graffiare affinché nessuno dimentichi le unghiate del suo movimento, vuole dimostrare che essere casti e puri in politica è ancora possibile, e per palesare il suo essere Mastrolindo dell'arte di governo pensa che mostrare i muscoli della lingua basti per convincere gli italiani. Magari epurando il movimento dai dissidenti ideologici, o puntando su un maschilismo becero che però, nel nostro Paese così tenacemente ancorato all'idea di un patriarcato, riesce ancora a colpire nelle viscere.
Perché la donna resta ancora chiusa in un mondo che la vuole prima figlia, poi moglie e quindi madre. E ora c'è chi lancia il messaggio che pur di avere un orgasmo le donne sono disposte a prostituirsi con la televisione e per la televisione.

Ma anche la prostituzione risponde ad una precisa richiesta di mercato...

Moglie e cortigiana sono i poli opposti e complementari dell'estraneazione femminile nel mondo patriarcale: la moglie tradisce il piacere al saldo ordinamento della vita e del possesso, mentre la cortigiana – in segreta alleanza con essa – torna a sottoporre al possesso ciò che i diritti della moglie lasciano libero, e vende il piacere”. La “Dialettica dell'Illuminismo”, un saggio scritto a quattro mani da Horkheimer e Adorno, non lascia molte speranze per un futuro meno saturo di stereotipi e di cliché di genere, perché il pensiero diventa completamente un organo che retrocede alla natura. “Ma per i potenti gli uomini diventano un materiale, come l'intera natura per la società”. Insomma, la politica è l'industria culturale. “Sotto il monopolio privato della cultura accade realmente che la tirannide lascia libero il corpo e investe direttamente l'anima. Là il padrone non dice più: devi pensare come me o morire. Ma dice: sei libero di non pensare come me, la tua vita, i tuoi beni, tutto ti sarà lasciato, ma a partire da questo momento sei un intruso tra noi”. I due esponenti della scuola di Francoforte ribadiscono il forte concetto che chi non si adegua alle richieste di un mercato speculativamente liberistico, sarà colpito da un'impotenza economica che si prolunga poi nell'impotenza dell'isolato e una volta escluso dal giro – scrivono ancora Horkheimer e Adorno – è facile convincerlo di insufficienza. Il metodo del leader del Movimento5stelle è proprio questo: isola, allontana, epura, dogmatizza il suo pensiero, e infine crea il pubblico ludibrio perché non c'è arma migliore di quella di ridicolizzare il proprio nemico per renderlo inoffensivo.

Il Punto G è solo un punto qualunque preso nello spazio del mondo delle idee dove risiedono le stupidità più profonde, e da lì si è costruito un triangolo mediatico chiamato Grillo-Media-Salsi. Nulla di più di una boutade che serve solo a far parlare di sé... ma non del Movimento5stelle, semmai del fenomeno Grillo.

Grillo non ama i grillini, ma adora sapere che attorno a lui ci sono insetti che suonano la sua musica: guai se stonano. Del resto chi meglio di un uomo dello spettacolo può conoscere le regole dell'industria culturale?
Eppure, c'è ancora chi lo applaude, chi lo ascolta. “Il funesto attaccamento del popolo al male che gli si fa arriva fino ad anticipare e a prevenire la scaltrezza degli organi decisionali...”.
Niente di più vero.


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2 commenti:

Malouine ha detto...

copio (con sdegno) dal blog di Grillo un agghiacciante commento di una nostra conterranea...

"Ma perchè la frase di Grillo sul punto G desta tante critiche da parte delle donne? Non sarà per caso che queste donne non hanno il punto G e quindi fortemente frustrate? Il maschilismo di grillo che c'entra?Ci vogliamo concentrare sul problema vero che è quello di non apparire nei talk show oppure vogliamo continuare a parlare di fumo? Caspita inquietano queste donne del movimento che si riuniscono per parlare del punto G, del maschilismo...non sarà che le donne farebbero meglio a stare fuori dalla politica? Anche perchè l'Italia ha ben altri problemi!
MARIA LUCIA CARTA, olbia

diario di pensieri non per bene ha detto...

Come si fa a difendere un essere misogino come Grillo? come si fa ad ascoltare uno che si fa chiamare Grillo? ha ragione la tipa... il problema non è il punto G, ma l'idiozia delle donne che guardano se stesse attraverso lo specchio degli uomini misogini

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